Rimini
11/novembre/2016 - h. 12.03
L’odissea di una ragazza di 20 anni di origine straniera si è conclusa lo scorso luglio proprio in una di queste situazioni particolari, una crisi epilettica a seguito della quale lei vuotò il sacco. L’ennesima volta al pronto soccorso, come tante altre in precedenza con naso e costole fratturati, e trovando sempre scuse per non incolpare direttamente suo padre di 49 anni e sua madre di 43, anche loro stranieri come lei e residenti nel Riminese.
Fino a luglio, dicevamo. Gli addetti del posto di Polizia segnalarono alla Squadra Mobile la presenza di questa ragazza che non ce la fece più a mentire. Riuscì finalmente a convincersi di ciò che era meglio fare e raccontò tutto. Immediata l’apertura di un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Davide Ercolani. Inchiesta che ha permesso di mettere insieme numerose aggressioni: come quando al telefono con un’amica venne raggiunta dalla madre, che le strappò il cellulare dalle mani e ninacciandola la scaraventò per terra, salendo sopra di lei e fratturandole due costole. O come quando venne minacciata di morte perché gay o quando venne presa a pugni e gomitate.
Una serie di punizioni durissime durate, per l’appunto, circa due anni alle quali nessun essere umano avrebbe potuto più resistere. E la ragazza ha denunciato i suoi genitori, ora accusati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Non poteva d’altronde andare avanti molto un menage familiare drammaticamente devastato perchè una ragazza di 20 anni, come tante, frequentava altre persone dello stesso sesso. Una scelta mai accettata da suo padre e da sua madre, sempre avversata in tutti i modi prima con leparole, poi con le minacce ed infine con le botte. Ogni momento della giornata passato insieme diveniva l’occasione per far scattare la scintilla della violenza e della ritorsione.
Nell’era delle unioni civili e della condivisione della vita tra persone dello stesso sesso, in una società evoluta come quella attuale succedono ancora tragedie familiari come questa che in un colpo solo cancella ogni tipo dirapporto. Sarà il destino a stabilire se ci sarà perdono o meno. Di certo toccherà ora ai genitori fornire una spiegazione diversa da quella più plausibile e che è poi quella appena descritta. E che lascia tutti perplessi.
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