Ballottaggio
25/giugno/2018 - h. 00.45
IMOLA La fortezza rossa è caduta. C’è da scommettere che la sconfitta del Pd e del centrosinistra a Imola farà più rumore di tanti altri capoluoghi di provincia italiani. Per quello che rappresenta, innanzitutto: Imola dal dopoguerra in poi è sempre stata governata dalla sinistra, con il Pci e poi dai vari partiti che da lì hanno avuto origine. Ora non è più così. Imola ha la prima sindaca donna ma non è Carmen Cappello, candidata trovata a poche settimane dal voto, ma è Manuela Sangiorgi, nel Movimento 5 Stelle dal 2012, funzionaria del patronato Uil, mamma, con un passato da imprenditrice.
E’ questa donna che si è approcciata col sorriso ma con piglio sicuro alla scena politica ad aver abbattuto la fortezza rossa. Si dirà che questa era l'occasione giusta, col vento che soffia a livello nazionale. Vero. Ma va anche detto che dal 4 marzo in poi il Movimento 5 Stelle è calato e che insomma, si è pur sempre in terra rossa e l’abbraccio con la Lega avrebbe potuto spingere gli elettori a votare il centrosinistra. Non è stato così. Il Movimento 5 Stelle ha tenuto, forte dell’appoggio dei vertici regionali e nazionali.
Il primo turno di queste amministrative, si ricorderà, a livello nazionale non era andato granché bene per il Movimento 5 Stelle. Serviva uno scalpo simboilcio. È stata scelta Imola: così venerdì sera c’era un parterre clamoroso a sostenere Sangiorgi. Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Riccardo Fraccaro, Chiara Appendino. Tre ministri e una sindaca che Sangiorgi ora potrà chiamare collega.
La Lega non si è apparentata ma ha dato una chiara indicazione: votate per il cambiamento. L’impressione è che anche senza questa mossa Sangiorgi avrebbe vinto comunque perché il centrosinistra non ha giocato granché bene questa tornata elettorale. Una città su cui pesa l’allarme sicurezza, la questione discarica, quella dell’autodromo. In cui il sindaco ha mollato a gennaio per andare a Roma e in cui si è fatto molto fatica a trovare il possibile successore. Carmen Cappello ci ha provato, ma l’impresa era difficile. La città aveva voglia di cambiare. Ora sta a Sangiorgi realizzare l’ambizioso programma con cui si è presentata.
Sullo sfondo, resta una vittoria storica, la prima in una grossa città romagnola, quasi una provincia. Imola, da fortezza rossa, diventa avamposto giallo in regione. Il prossimo anno si vota a Cesena, Rimini, Forlì. Resta da vedere cosa succederà a livello nazionale, se il Movimento 5 Stelle non subirà i cali che quasi sempre ha chi governa. Intanto, però, il Pd romagnolo trema.
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