Ravenna
19/luglio/2019 - h. 18.23
RAVENNA - All’esito di complesse ed articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Ravenna e svolte dalla Polizia di Stato, questa mattina, 19 luglio, sono stati notificati i provvedimenti di “avviso della conclusione delle indagini” nei confronti di tre uomini ritenuti indiziati del sequestro di persona e dell’omicidio del militare di leva Pier Paolo Minguzzi, avvenuto ad Alfonsine la notte tra il 20 e 21 aprile 1987.
La vittima, un giovane benestante figlio di un imprenditore locale nel settore del commercio e della lavorazione della frutta, dopo avere accompagnato a casa la fidanzata, quella notte scomparve senza lasciare traccia; la sua autovettura venne ritrovata l’indomani mattina in una via del centro, regolarmente parcheggiata.
Nei giorni successivi la scomparsa del ragazzo, la sua famiglia ricevette la richiesta di pagamento di una riscatto per 300 milioni di lire; purtroppo, il 1° maggio 1987 il corpo senza vita del giovane venne rinvenuto nel Po di Volano, in provincia di Ferrara, legato ad una inferriata.
Le indagini, effettuate dalla squadra mobile di Ravenna con la collaborazione del servizio centrale operativo di Roma, sono state riaperte sul finire del 2017, con provvedimento del procuratore della Repubblica, su richiesta della famiglia della vittima e sono consistite principalmente in una minuziosa analisi di quanto già in atti e all’escussione di varie persone informate sui fatti, anche in relazione ad un analogo grave accadimento, avvenuto circa tre mesi dopo nella medesima cittadina, che vide coinvolti gli odierni tre indagati in un estorsione ai danni di un altro noto imprenditore di Alfonsine e che ebbe come epilogo la morte di un giovane carabiniere del luogo, Sull’asfalto in quel caso cadde il ventritreenne Sebastiano Vetrano. Per quel delitto la banda fu catturata e condannata a pene comprese fra i 22 anni e mezzo e i 25. Ora la Procura della Repubblica è convinta che tre mesi prima gli stessi possano aver ucciso anche Pier Paolo Minguzzi.
L’attività svolta ha evidenziato significativi elementi comuni tra i due gravi fatti delittuosi e la sussistenza di un importante quadro indiziario nei confronti dei tre indagati, motivi che hanno determinato l’A.G. inquirente a procedere nei loro confronti. Gli indagati per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere sono due ex carabinieri in servizio all’epoca dei fatti, Angelo Del Dotto (56 anni, di Ascoli) e Orazio Tasca (55 anni, di Gela), e un idraulico romagnolo, Alfredo Tarroni (63 anni). Tutti e tre furono condannati nel 1988 per il fatto analogo, di cui abbiamo parlato, accaduto sempre ad Alfonsine tre mesi dopo il sequestro e delitto Minguzzi. Del Zotto e Tasca avevano organizzato un’estorsione ai danni di un imprenditore dell’ortofrutta del paese, Roberto Contarini.
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