Romagna
16/maggio/2020 - h. 19.33
Le cooperative degli stabilimenti della Romagna e del Ferrarese scrivono al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, evidenziando come "le misure economiche finora adottate per il settore del turismo evidenziano, dopo una prima lettura delle anticipazioni sul decreto Rilancio, che questa importante voce del bilancio nazionale, regionale e locale, viene trattata con considerazione insufficiente in riferimento alla sua rilevanza economica e sociale. Non si tiene nella giusta considerazione che l’intero comparto rappresenta invece il 15 % del PIL nazionale e una percentuale ancora più rilevante di quello della Regione Emilia Romagna".
Il settore del turismo "corre il rischio di essere dimenticato e abbandonato. In particolare quello balneare sta subendo una battuta d’arresto dalla quale probabilmente non si potrà più riprendere. Soprattutto quelle micro imprese a conduzione famigliare che, tanto lustro hanno dato negli anni a questa vera e propria industria dell’accoglienza. La crisi che ci attanaglia, se non adeguatamente affrontata, porterà con sé non solo le imprese, le famiglie che vi lavorano e i dipendenti impiegati nel settore, ma trascinerà nel baratro anche le nostre Amministrazioni Comunali che sono ormai al collasso. Ne consegue che tutta la comunità verrà a soffrire della mancanza di un sostanziale indotto che, fino a qualche mese fa, alimentava l’intero tessuto sociale. Nei vari provvedimenti, finora emanati a sostegno delle imprese, non si riscontra alcuna vera e concreta indicazione a favore del balneare".
Le aziende chiedono "immediati provvedimenti che prevedano: la riduzione dell’Iva, la eliminazione del canone demaniale per i prossimi anni, l’affrancamento dal costo del servizio di salvataggio, la riduzione dell’Imu e della Tari". Altra problematica fondamentale per il comparto balneare, in questo momento di grande incertezza per le imprese, "è la necessità che venga riconosciuta alla Regioni la possibilità per cui i protocolli dalle stesse emanati abbiano un valore cogente e costituiscano per le imprese balneari un punto di riferimento certo. Inoltre, per ultimo, ma non per questo di minore rilevanza, il problema della responsabilità in caso si dovessero malauguratamente verificare situazioni di contagio da Covìd – 19 all’interno delle nostre aziende". Secondo l'Inail il contagio da Coronavirus "va trattato come infortunio sul lavoro. Ne deriva, inevitabilmente, una potenziale responsabilità del datore, di rilevanza anche penale, per l’ipotesi in cui i suoi dipendenti risultino effettivamente essere stati contagiati in ambito lavorativo, con oneri gravosi a Suo carico per provare di essere esente da responsabilità. La stagione estiva, climaticamente ormai alle porte, solo se ben affrontata e gestita con l’impegno da parte di tutti, ci potrà consentire di sopravvivere e in seguito riprendere la faticosa strada della crescita per tornare ad occupare il ruolo trainante che avevamo prima dell’emergenza sanitaria".
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